ENDOSCOPIA DIGESTIVA: cos’è?

L’Endoscopia Digestiva è una moderna branca della gastroenterologia che, utilizzando strumenti sofisticati e di avanguardia, consente di diagnosticare e curare le più importanti patologie dell’apparato digerente.

Rappresenta, quindi, anche lo strumento più importante per la prevenzione delle neoplasie digestive.

Sfruttando la luce emessa attraverso un tubo dalla fibra ottica, l’Endoscopia Digestiva ha permesso di esplorare tutto l’apparato digerente, evidenziando in modo dettagliato l’esofago, lo stomaco e il duodeno (esofagogastroduodenoscopia – tratto digestivo superiore) ed il colon e retto (rettoscopia, colonscopia – tratto digestivo inferiore).

A seconda della regione da esplorare, il Gastroenterologo utilizza endoscopi di calibro e lunghezza differenti.

ENDOSCOPIA DIGESTIVA: GLI ESAMI

Esofagogastroduodenoscopia (GASTROSCOPIA): a cosa serve, preparazione, anestesia

Solo con questo esame il medico specialista potrà effettuare una diagnosi sicura (gastrite, esofagite), prelevando – se necessario – frammenti di tessuto dallo stomaco e verificare la presenza di un batterio chiamato Helycobacter Pylori, che frequentemente è la causa di gastriti, ulcera gastrica e duodenale.

Questo esame si rende ancora più necessario, nel caso in cui qualcuno in famiglia abbia avuto un tumore dell’esofago e dello stomaco. Tali persone, infatti, hanno un rischio maggiore di essere colpite da questa malattia.

La Gastroscopia si esegue introducendo un sottile tubo flessibile nella bocca, per 5 minuti. Quest’esame risulta lievemente fastidioso, ma non doloroso, grazie anche all’utilizzo di moderne tecniche di sedazione cosciente.

Ovviamente lo stomaco dovrà essere completamente vuoto: è necessario rimanere a digiuno per almeno sette ore prima dell’esame, giacché la presenza di alimenti nello stomaco può rendere l’indagine meno precisa.

Dopo l’esame si potrà riprendere una alimentazione regolare; un’eventuale sensazione di pienezza tenderà a scomparire rapidamente.

RETTOSCOPIA  –  COLONSCOPIA: a cosa serve, preparazione, anestesia

La colonscopia è un’indagine diagnostica per lo studio delle malattie del colon, del retto e dell’ano. Un tubo flessibile (colonscopio), dotato di luce, viene passato attraverso il retto per studiare l’intero colon.

L’esplorazione accurata dell’interno dell’intestino consente di individuare e di “mappare” tutte le più importanti malattie che si possono verificare in questa parte del corpo. In tal modo, infatti, è possibile rilevare anche minime infiammazioni della mucosa. Si può anche valutare la presenza di diverticoli, ossia di “tasche” che si formano all’interno della parete del colon.

Inoltre, la colonscopia risulta fondamentale per lo studio dei tumori del retto e del colon.

Tutti i ricercatori sono d’accordo nel riconoscere che i tumori del colon derivino da lesioni benigne, chiamate polipi.

Quest’esame consente non solo di evidenziare tali polipi, ma anche di eliminarli mediante un semplice intervento ambulatoriale chiamato, “polipectomia endoscopica”.

COLONSCOPIA: Indicazioni per l’esame

Le indicazioni all’esecuzione di questa indagine diagnostica sono rappresentate innanzitutto da frequenti episodi dolorosi “alla pancia”, dai disturbi dell’alvo (stitichezza ostinata, diarrea, alternanza di stitichezza e diarrea), sanguinamento dall’ano (rettorragia), sensazione di incompleto svuotamento durante l’evacuazione. Inoltre, i familiari di persone affette da questi disturbi devono eseguire quest’esame dopo i 40 anni, in quanto corrono un rischio maggiore di contrarre questo tumore.

Anche questo esame non è traumatico. Oggi, moderne tecniche di sedazione cosciente consentono di eliminare completamente il dolore dovuto all’introduzione del tubo nell’intestino.

Il paziente può riprendere l’alimentazione orale a distanza di cinque ore dall’esame.

Per poter eseguire un esame completo ed approfondito, il colon dovrà essere libero da residui fecali. A tale scopo, viene prescritta una dieta e una soluzione orale per il lavaggio intestinale, da prendere il giorno prima dell’esame.

Se è necessario eseguire una polipectomia, dovranno essere preventivamente effettuate alcune analisi di laboratorio per escludere malattie della coagulazione.

Nel caso si debba eseguire una colonscopia, occorre avvertire il medico se ci si è sottoposti in precedenza ad esami endoscopici, e soprattutto se si sono accusati disturbi di natura allergica.

L’esame dura circa 20 minuti. Dopo l’esame potrà avvertirsi una sensazione di pienezza o di tensione addominale, dovuta all’aria che è stata introdotta durante l’esame. Questa sensazione scomparirà rapidamente e si potrà riprendere un’alimentazione regolare.

L’importanza dell’endoscopia risiede nel fatto che con essa si possono realizzare anche interventi operativi.

Tali interventi vengono eseguiti ambulatorialmente, con un ridotto disturbo per i pazienti, che possono così evitare veri e propri interventi chirurgici in sala operatoria e successiva degenza ospedaliera.

Particolarmente a livello intestinale, la possibilità di eliminare per via endoscopica i polipi, permette di ridurre lo sviluppo dei tumori dell’apparato digerente. Questa operazione è chiamata polipectomia endoscopica. L’intervento non provoca assolutamente dolore.

Il polipo asportato verrà poi inviato in apposito laboratorio, per il relativo esame istologico.

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