Sono aperte le iscrizioni per il Master di II livello in “Ecografia Ostetrico-Ginecologica, Diagnosi e Medicina Prenatale”, nato dalla partnership fra Altamedica e Unicamillus – International Medical University in Rome.
Si tratta di una nuova, concreta opportunità di formazione professionale per i medici: oltre alle lezioni frontali, avrà grande spazio l’attività di tirocinio con esercitazioni pratiche presso l’Istituto di Ricerca Altamedica. Al termine del percorso, i partecipanti otterranno titolo e certificazione per poter esercitare nelle strutture sanitarie universitarie, ospedaliere e ambulatoriali, sia pubbliche che private.
Nel dettaglio, gli obiettivi formativi del Master mirano all’approfondimento della conoscenza della fisiologia ostetrico-ginecologica, della diagnostica ecografica finalizzata all’apprendimento della semeiotica strumentale. ecografica e biofisica nell’ambito dei seguenti settori clinici:
– Fisiologia e patologie della gravidanza;
– Fisiopatologia dell’accrescimento e dello sviluppo fetale;
– Riconoscimento delle patologie fetali e trattamento in utero;
– Diagnostica invasiva;
– Genetica;
– Screening prenatali;
– Fisiologia e patologia ginecologica;
– Fertilità;
– Patologia mammaria;
– Utilizzo e normativa degli ultrasuoni.
Il Master è della durata di 12 mesi e dà diritto a 60 CFU. La data prevista di inizio è ottobre 2021.
Per rendere l’esperienza realmente formativa, il numero massimo di medici per il Master è di 20; per questo motivo, consigliamo a tutti i professionisti interessati di completare la procedura di iscrizione sulla pagina dedicata Unicamillus.
Al riscontro dei dati suddetti (anticorpi positivi, Proteina C ultrasensibile elevata, Interleuchina aumentata) si consiglia caldamente di procedere all’esame del D-Dimero. Questa analisi diviene imperativa se compaiono i primi segni del cosiddetto SOFA score, che si basa sostanzialmente su quattro elementi: lo stato mentale alterato, la frequenza respiratoria aumentata oltre 22 atti respiratori al minuto e il livello della pressione arteriosa sistolica, cioè la massima, inferiore a 100 millimetri di mercurio ed appunto il valore del D-dimero elevato.
Tutta la più recente Letteratura internazionale (ultime settimane) si sta concentrando sulla patogenesi iper-coagulatoria del virus quale causa principale dell’evoluzione sfavorevole della malattia e sull’impiego, il più precocemente possibile, della terapia eparinica. Il dosaggio del D-dimero rappresenta oramai, in ogni paziente portatore ella malattia Covid-19, in ogni centro clinico, il più importante dato di semeiotica laboratoristica per scoprire l’inizio e la progressione della microtrombosi determinata dalla malattia.
Il D-dimero è infatti un frammento proteico della fibrina, derivato dalla sua degradazione e rilevabile nel sangue in caso di fibrinolisi. La sua determinazione trova indicazione clinica nella diagnosi e nel monitoraggio delle sindromi da ipercoaguilazione. Ed in particolare della temibile complicanza del Covid-19: la coagulazione intravascolare disseminata. La misurazione può presentare alta sensibilità ma bassa specificità ed il risiltato deve essere sempre interpretato dal medico curante nell’ambito del quadro generale ai fini dell’introduzione della terapia con eperina.
BIBLIOGRAFIA
Abstract: The potential risk factors of older age, high SOFA score, and d-dimer greater than 1 μg/mL could help clinicians to identify patients with poor prognosis at an early stage.
Authors:Fei Zhou 1 , Ting Yu 2 , Ronghui Du and coll. Clinical Course and Risk Factors for Mortality of Adult Inpatients With COVID-19 in Wuhan, China: A Retrospective Cohort Study; Lancet . 2020 Mar 28;.
Abstract: Anticoagulant therapy mainly with LMWH appears to be associated with better prognosis in severe COVID-19 patients meeting SIC criteria or with markedly elevated D-dimer.
Authors: Ning Tang , Huan Bai , Xing Chen and coll. Anticoagulant Treatment Is Associated With Decreased Mortality in Severe Coronavirus Disease 2019 Patients With Coagulopathy; J Thromb Haemost 2020 Mar 27.
Abstract: Coagulopathy in corona virus infection has been shown to be associated with high mortality with high D-dimers being a particularly important marker for the coagulopathy.1 In the latest paper from the same group, the use of anticoagulant therapy with heparin was shown to decrease mortality as well.
Author: Jecko Thachil.The Versatile Heparin in COVID-19. J Thromb Haemost . 2020 Apr 2.
Abstract: Severe coronavirus disease 2019 (COVID-19) is commonly complicated with coagulopathy, the difference of coagulation features between severe pneumonia induced by SARS-CoV2 and non-SARS-CoV2 has not been analysed (…) The 28-day mortality of heparin users were lower than nonusers In COVID group with D-dimer > 3.0 μg/mL (32.8% vs. 52.4%, P = 0.017)
Authors: Shiyu Yin , Ming Huang, Dengju Li , Ning Tang Difference of Coagulation Features Between Severe Pneumonia Induced by SARS-CoV2 and non-SARS-CoV2 J Thromb Thrombolysis . 2020 Apr 3.
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